I Giudici del Tribunale di Palermo non hanno voluto credere al racconto di una ragazzina che aveva denunciato le violenze subite dal padre, assolvendo l’uomo “perché il fatto non sussiste”. Nel dettaglio, la vittima avrebbe riferito ai magistrati che per due anni, quasi ogni sera, avrebbe dovuto soddisfare le esigenze del padre. Tutto sarebbe iniziato nel 2011 quando, secondo il racconto della giovane, l’aguzzino pare che sia entrato nella sua stanza cominciando a masturbarsi. La vittima in un primo momento avrebbe fatto finta di dormire per varie notti, ma una volta raggiunto il limite avrebbe intimato al padre di smetterla suscitando l’effetto contrario iniziando quindi ad essere costretta a toccarlo e a farsi toccare. Le violenze subite dalla minorenne sarebbero andate avanti per ben 2 anni prima di riuscire a trovare la forza per denunciare il proprio padre, il quale tra l’altro la ricattava minacciandola sia di toglierle il cellulare che di non farla uscire con le sue amiche, ma soprattutto di non permetterle di coronare il suo sogno: iscriversi all’istituto alberghiero. Il pm titolare dell’inchiesta, durante il processo, aveva chiesto la condanna dell’uomo a dieci anni di reclusione per violenza sessuale ma il tribunale ha dato ascolto ad altre versioni, del tutto differenti dall’accusa, fornite dalla madre e dal fratello più grande scagionando quindi l’imputato.

Di Pietro Geremia

Davide Difazio, giornalista iscritto all’albo nazionale dei giornalisti, elenco pubblicisti Sicilia, dal 09/05/2003 N° di tessera 098283, protagonista di diverse trasmissioni televisive in Rai e Mediaset ha collaborato con diverse testate giornalistiche nazionali ottenendo risultati lusinghieri. Fondatore della testata giornalistica Siciliareporter.com, in pochi anni , è riuscito a far diventare il portale un importante punto di riferimento per l'informazione siciliana.