Il Tribunale di Sciacca ha recentemente archiviato il caso riguardante la tragica morte di Alessia Nigel, una bambina di soli 4 anni, originaria della Romania e residente a Sambuca di Sicilia.
Alessia era deceduta il 28 marzo dello scorso anno a seguito di un arresto cardiaco presso l’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca, dopo essere stata ricoverata per un violento attacco febbrile.
Il giudice per le indagini preliminari, Stefano Zammuto, ha prosciolto i sei medici che erano stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo.
La decisione è stata presa in seguito all’analisi delle circostanze del decesso e delle azioni mediche intraprese, concludendo che non vi fu alcuna negligenza o malpractice che potesse essere direttamente collegata alla morte della piccola.
I familiari di Alessia avevano espresso preoccupazioni riguardo ai presunti ritardi nell’attivazione dell’elisoccorso per il trasferimento dell’infante. Tuttavia, l’inchiesta ha stabilito che le misure prese dal personale medico erano adeguate alla situazione clinica di Alessia al momento del ricovero.
Questa sentenza chiude un capitolo doloroso per la comunità e per i professionisti coinvolti, ribadendo la complessità delle decisioni mediche in situazioni di emergenza critica.
La vicenda ha suscitato un ampio dibattito sulla gestione delle emergenze pediatriche e sulla necessità di ulteriori risorse e formazione per prevenire simili tragedie.
Il caso di Alessia Nigel rimarrà un esempio tragico delle sfide che medici e sanitari affrontano quotidianamente, e della necessità di supportare il loro lavoro con strumenti e protocolli che possano salvaguardare al meglio la vita dei pazienti più giovani. Nel frattempo, la comunità di Sambuca di Sicilia cerca di trovare pace nella certezza che ogni possibile sforzo è stato fatto per salvare la giovane Alessia.