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Un nuovo capitolo si apre nella lotta contro il crimine organizzato con l’operazione “Breaking Bet”, che vede la Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Palermo chiedere il rinvio a giudizio per dieci individui, accusati di gestire un’imponente rete di scommesse illegali collegata a famiglie mafiose di Licata, Campobello di Licata e Campobello di Mazara.

Al centro dell’indagine troviamo Vincenzo Corvitto, 50 anni, figura chiave e già noto alle cronache per precedenti inchieste su scommesse illegali.

Nonostante le passate indagini, Corvitto era sempre riuscito a evitare condanne, ma questa volta è finito in carcere l’8 novembre, seguito da arresti domiciliari per altri cinque indagati e provvedimenti restrittivi per quattro imprenditori.

Corvitto è pesantemente accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. La Dda sostiene che abbia utilizzato le sue aziende per garantire posti di lavoro a favore di Cosa Nostra, ottenendo in cambio supporto per espandere le sue attività in un regime quasi monopolistico.

Tale operato, secondo gli inquirenti, avrebbe significativamente rafforzato le cosche dell’Agrigentino e del Trapanese, aree di sua operatività.

Gli altri imputati, tra cui Antonio Cardella, Antonino Damanti, Angelo Di Marco, Salvatore Morello, Sergio Cantavenera, Salvatore Maria Giglia, Salvatore Pira, Angelica Gentile e Carmelo Savarino, sono accusati di vari reati, dall’associazione a delinquere alla gestione di scommesse illegali tramite piattaforme internet straniere, fino alla distribuzione di macchinette per scommesse senza le necessarie autorizzazioni statali.

L’udienza preliminare è stata fissata per il 21 maggio davanti al gup di Palermo, Lorenzo Chiaramonte. I difensori degli accusati, tra cui spiccano nomi noti come Salvatore Pennica, Marco Ripamonti e Antonio Ragusa, potranno proporre la celebrazione di un rito alternativo, cercando vie legali per mitigare le conseguenze delle accuse.

L’inchiesta “Breaking Bet” rappresenta un altro tassello nella complessa lotta contro il fenomeno delle scommesse illegali e l’influenza mafiosa nell’economia legale e illecita, confermando l’impegno delle autorità nel perseguire e smantellare le reti criminali che minano le fondamenta della società.