Era il 10 aprile scorso quando un malvivente era entrato in un bar del centro di Grotte, in quel momento affollato di persone. Incurante della situazione, il soggetto si era avvicinato alla cassiera con una pistola che teneva nella cinta dei pantaloni, con l’intento di farsi consegnare l’incasso. Ma alcuni avventori si erano subito accorti di quanto stava accadendo, inducendo il malvivente a scappare via. Immediatamente i Carabinieri della Stazione di Grotte, allertati telefonicamente, erano intervenuti sul posto, riuscendo attraverso le prime descrizioni dei testimoni, a delineare un identikit del soggetto. Tra le prime ipotesi investigative, vi era anche quella che portava ad un individuo racalmutese. La tempestiva sinergia investigativa tra la Stazione Carabinieri di Grotte (Ag) e quella di Racalmuto (Ag), avevano fatto scattare subito le ricerche anche nel paese di “Sciascia”. E proprio durante un posto di blocco attuato lungo corso Garibaldi di Racalmuto, i Carabinieri della locale Stazione avevano sorpreso il sospettato, identificato in M.V., il quale nell’immediatezza aveva anche tentato la fuga, opponendo resistenza, venendo subito bloccato dai militari. Durante l’immediata perquisizione, era saltata fuori una Pistola, fissata alla cinta dei suoi pantaloni. Una Beretta calibro 9, con relative cartucce, risultata con matricola abrasa ed ancora con il colpo in canna, dunque pronta a sparare. Conclusi gli accertamenti e raccolte le necessarie testimonianze, i militari dell’Arma avevano fatto scattare le manette per “Tentata Rapina aggravata” e “Porto abusivo di arma da fuoco”, nei confronti del racalmutese, subito ristretto nel carcere di Agrigento. Ma le indagini dei Carabinieri non si sono fermate qui. Nei giorni successivi è stato fatto un meticoloso lavoro di ricostruzione dei fatti, acquisendo anche numerosi filmati da varie telecamere ed ascoltando altri testimoni. E così, è stata accertata la presenza di un complice , identificato in T.G.  39 enne di Racalmuto. Nei suoi confronti, gli investigatori avrebbero dimostrato che oltre ad accompagnare il M.V. con la propria auto, il giorno della tentata rapina, giunto nei pressi del bar il Taibi era sceso dal mezzo e si era posizionato all’esterno in qualità di c.d. “palo”. L’Autorità Giudiziaria, concordando con le risultanze investigative acquisite dai militari dell’Arma, ha emesso la misura cautelare degli arresti domiciliari, eseguita nei confronti di T.G. dai Carabinieri della Stazione di Racalmuto (Ag).