Le terribili notizie che hanno interessato i comuni di Sciacca e molte altre città limitrofe e della provincia di Caltanissetta, hanno raggiunto in breve tempo, grazie ai social, regioni lontane caratterizzate da politiche molto attive e ben strutturate nella gestione del randagismo. In particolare, lo sconforto e le lamentele dei cittadini hanno attivato un pool di legali animalisti del Piemonte che intende rispondere all’esasperazione sociale con chiare leggi alla mano, proponendo supporto legale alla gestione della problematica che nelle province siciliane diventa una piaga per persone e animali, vittime di violenza ingiustificata e assurda. Sia chiaro a tutti: non si può risolvere il problema uccidendo gli amici a quattro zampe, non è etico e soprattutto i colpevoli sono passibili di denuncia, così come lo sono anche i Primi Cittadini. E’ necessario informare, infatti, la popolazione che la responsabilità del randagismo è dei Sindaci che hanno il “dovere per legge di gestire il problema, mettendo a disposizione mezzi, persone e strutture”. “Purtroppo – dichiarano i legali piemontesi – è poco noto che esiste una legge regionale sul randagismo, che riprende una normativa nazionale, che impone a Sindaci e ASL una serie ben definita di atti: sterilizzazioni, microchippature, catture e rifugio degli animali in canili comunali o convenzionati. Se dal 2000 ad oggi fossero stati svolti questi compiti, non ci sarebbero strade invase dai randagi, i cittadini non sarebbero esasperati e probabilmente non ci sarebbe terreno fertile per criminali che avvelenano gli animali e che rovinano l’immagine dell’intera regione. I cani randagi – continuano – non nascono sugli alberi, ma sono stati abbandonati da chi doveva prendersene cura e, invece, li ha traditi, commettendo il reato di abbandono. I cittadini che si trovano in questa difficile situazione sono stati abbandonati dal proprio Sindaco. Così come chi abbandona un animale è punibile per legge, se un amministratore non adempie ai suoi obblighi, mettendo in pericolo la collettività, è perseguibile e può anche perdere la poltrona. Se si forma una buca nel manto stradale o crolla un muro pubblico, il Sindaco deve agire subito per mettere in sicurezza i propri cittadini e deve risarcire il danno al malcapitato. Si può allora agire nella stessa maniera se un “suo” cane (perché i cani sono del Sindaco) vagante, ad esempio, addenta le gomme del motorino di un conducente, provocando un incidente. In questo caso è possibile chiedere un risarcimento danni al Primo Cittadino. Cosi facendo, oltre ad ottenere giustizia per l’ingiusto danno, si invoglierà l’Ente ad attivarsi per attuare immediatamente le norme antirandagismo”. “Noi non vogliamo tesseramenti né pubblicità – dicono gli appartenenti a questo pool di associazioni eterogenee – vogliamo solo far si che l’esasperazione pubblica sia veicolata giustamente, in maniera efficace e legale, in modo che tutti, a due zampe e a quattro zampe, possano migliorare la propria condizione di vita”. Per contattare gli avvocati basta scrivere a: [email protected] “Considerato che – concludono i legali – abbiamo ricevuto diverse segnalazioni in merito a note diramate dalle ASP di Agrigento e Caltanisetta che starebbero generando confusione sulla microchippatura canina, invitiamo tutti a seguire i dettami della Legge Regionale 15/2000 che, per gerarchia delle fonti normative, prevale su eventuali fantasiose note Asp. Se aveste problemi anche su questo aspetto usate la mail e ne verremo a capo insieme”. M. Serena Milisenna