Ravanusa

Ravanusa, randagismo: 14 volontarie si recano dal Sindaco per chiedere interventi urgenti

La piaga del randagismo che negli ultimi giorni ha generato, in molte città della provincia di Agrigento, gesti estremi concretizzatisi con l‘avvelenamento di poveri animali che loro malgrado non hanno nessuna colpa, ha spinto una delegazione di 14 volontarie e animaliste di Ravanusa e Campobello di Licata a recarsi  dal sindaco D’Angelo per richiedere un intervento urgente  a favore della risoluzione dei problemi legati al fenomeno randagismo e agli avvelenamenti di animali registrati nella zona di viale Lauricella. L’appuntamento era stato fissato per ieri pomeriggio alle 16.00 ma il Sindaco, non ha potuto ricevere le ragazze ed ha spostato l’appuntamento per oggi. Negli anni , la mancanza d’interventi da parte delle istituzioni  ha portato alcune persone a mettere in atto soluzioni assurde come l‘avvelenamento degli animali pur di non vedere cani gironzolare per strada. Un atto di inciviltà di cui si stanno occupando le forze dell’ordine. Città come Ravanusa, Canicattì e Campobello di Licata hanno le situazioni più critiche della provincia di Agrigento. Per debellare il randagismo e per evitare pericoli ai cittadini è necessario che ognuno faccia la propria parte nel rispetto della legge. Con la legge nazionale n. 281/91 è stato sostanzialmente modificato l’approccio nei confronti del randagismo , evidenziando l’accresciuto interesse della società verso gli animali d’affezione. La Regione siciliana,  ha stabilito le linee guida per il controllo del randagismo, che prevedono in sommi capi le seguenti azioni mirate al controllo del randagismo . Istituzione dell’anagrafe canina e divulgazione da parte dei comuni, a mezzo di apposita ordinanza, dell’obbligo di iscrizione all’anagrafe canina dei cani di proprietà. Questo modo di operare mira al contenimento del randagismo e dovrebbe  limitare l’abbandono dei cani da parte dei proprietari.

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Published by
Davide Difazio