In Sicilia, la recente riforma delle autonomie scolastiche ha visto una riduzione da 93 a 75, con Palermo che passa da 19 a 17.
Tuttavia, secondo la Flc Cgil, questo rappresenta solo un rimedio temporaneo e un’operazione di risparmio mascherata dal governo, che avrà effetti significativi solo per l’anno scolastico 2024/2025.
Il provvedimento è stato introdotto nel decreto Milleproroghe, consentendo alle Regioni di derogare fino al 2,5% rispetto al numero delle scuole da tagliare.
La Flc Cgil siciliana ha espresso disapprovazione nel corso di un tavolo regionale con l’assessorato all’Istruzione, l’Usr e le organizzazioni sindacali.
La Sicilia vedrà un totale di 18 autonomie “salvate” solo per l’anno scolastico 2024/2025, tra cui 15 istituti superiori e 3 istituti comprensivi. Tuttavia, i tagli torneranno a colpire con forza l’anno successivo, con 23 autonomie in meno.
In particolare, la provincia di Palermo perderà 17 autonomie, Trapani 8, Ragusa 6, Caltanissetta 5, Agrigento 7, Catania 14, Enna 3, Siracusa 8 e Messina 7.
I rappresentanti della Flc Cgil, Adriano Rizzo e Fabio Cirino, sottolineano che questa misura è solo temporanea e non consentirà trasferimenti o assunzioni di dirigenti o direttori dei servizi.
Si tratta di un provvedimento frutto dei problemi nell’attuazione pratica della norma e inefficace nella sostanza, poiché i tagli alle autonomie sono confermati nel triennio.
La Flc Cgil critica aspramente questa operazione, considerandola una mossa che impoverirà l’istruzione e disarticolerà la scuola come istituzione costituzionale.
Per i sindacalisti, questa rappresenta un’ennesima operazione di risparmio sulla pelle della scuola italiana, incapace di essere mascherata da pezze peggiori del buco.