Una miniera inesauribile di posti di lavoro. Nonostante la crisi e spending review, nell’Assemblea regionale siciliana, una norma in prima applicazione sta creando molti dubbi ad alcuni parlamentari sulla possibilità di una maxi-infornata di collaboratori con contratti subordinati in aggiunta a portaborse e personale cosiddetto stabilizzato. La norma che sta gettando scompiglio in queste ore è contenuta nella legge che il Parlamento siciliano approvò nel 2014 per recepire il decreto Monti la quale prevede in primis che ogni deputato può contare su un budget di 58.400 euro all’anno, fondi gestiti dall’amministrazione che vengono poi girati ai gruppi parlamentari e che potranno essere usati per le assunzioni. Il problema di fondo però è che tale legge non stabilisce il numero di assunzioni per cui, almeno in linea teorica se ne potrebbe fare una sola al costo di 58.400 euro o per assurdo dieci al costo di 5.840 euro. L’Assemblea si è limitata a recepire i parametri che furono concordati all’epoca in Conferenza Stato-Regioni, anche se adesso sta venendo sempre più a galla l’idea di una modifica della norma, ma per farlo occorrerebbe ovviamente che la legge sia portata in aula per la discussione.
Di Pietro Geremia