Sono parole che toccano il cuore quelle pronunciate da parte dell’arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro durante l’omelia per la festa della Madonna Addolorata.
Il cardinale, nel proprio dialogo con i fedeli durante la Santa Messa, ha voluto sottolineare la disastrosa condizione in cui versa l’isola siciliana insieme alle disparità e la sofferenza dei migranti:
“Capita, giustamente, di commuoverci dinanzi a un animale che soffre (è una creatura vivente che merita rispetto), ma, per esempio, poi si resta indifferenti dinanzi a uomini (migranti) che hanno la colpa di voler vivere come gli altri e per questo soffrono e muoiono a migliaia, o dinanzi ai poveri che soccombono per la fame, o subiscono la violenza dei prepotenti o pagano il prezzo della corruzione e dell’illegalità”.
Un discorso che amplia l’occhio del cardinale non solo quindi sulla disoccupazione giovanile, ma anche ad un collegamento poco ramificato del territorio con “strade che non permettono comunicazioni veloci e sicure; l’università che stenta a ripartire; il turismo mordi e fuggi che non è risorsa né aiuta a una ripresa economica; le aziende quasi inesistenti e in difficoltà; la politica litigiosa e poco creativa; l’artigianato che tramonta; la violenza che si chiama mafia e il potere che si chiama massoneria”.
L’omelia dell’Arcivescovo si è infine conclusa con un messaggio di speranza invitando i fedeli e non a cercare di rimboccarsi le maniche per cercare di dare il meglio possibile per questa terra martoriata perché, ha concluso il Montenegro citando un antico proverbio arabo, ‘anche le nuvole più nere non sono mai così nere perché rivelano sempre un bordo d’argento’.
Di Pietro Geremia