Cronaca

Sicilia, il femminicidio e la donna – martire (Video)

Lontani dalla concezione di “Donna Angelo”  i recenti fatti di cronaca dimostrano come si parli più di donna-martire, morta non per difendere la propria fede, ma per difendere se stessa da attacchi mortali di uomini che professano il loro amore come iene bacchettanti sul cadavere di un leone. Nell’ultimo anno queste vittime hanno assunto volti e nomi differenti in ultima Noemi, registrando un’uccisione ogni due giorni. Molte donne avevano denunciato l’ex compagno o il marito imbattendosi nell’inattività di uno Stato, sempre più fallace nella tutela dei propri cittadini. Tutt’oggi il “femminicidio” rimane un neologismo senza alcun fondamento legislativo, riconducibile alla violenza di genere, che identifica i casi di omicidio doloso o preterintenzionale il cui soggetto passivo è costituito da una persona di genere femminile e quello attivo da un uomo con il quale intercorre un legame di tipo affettivo. La cosiddetta  violenza di genere racchiude al suo interno una serie di fatti di reato di diverso tipo (omicidio, maltrattamenti, stalking, percosse, lesioni), accomunati dal contesto e dal soggetto passivo cui sono diretti, che come dimostrano i fatti di croncaca non appaiono sufficienti a debellare il male che sta dilagando in maniera esponenziale nel nostro Stato. La classe dirigente italiana impegnata dai mille e più problemi che investono l’Italia, in primis dalla cosiddetta legge Fiano, dovrebbe intervenire in maniera diretta introducendo all’ interno dell’ordinamento, il reato di femminicidio al fine di tutelare in maniera chiara e incisiva i soprusi che le donne ricevono dalle persone più vicine, valutando tale vicinanza l’aggravante di becere uccisioni. La funzione primaria dello Stato è la tutela del cittadino e non la commemorazione di corpi che hanno cessato di respirare. Di Claudia Geremia In allegato alcuni dei nostri servizi nazionali inerenti ad un caso di femminicidio avvenuto ad Enna.

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Published by
RedazioneSiciliaReporter