Sarebbero emersi maltrattamenti nei confronti di minori exracomunitari nel corso dell’operazione denominata “Camaleonte“ portata avanti dai carabinieri della compagnia di Giarre. A finire in manette due soggetti e disposto il divieto di dimora a Catania nei confronti di un terzo dopo aver accertato alcuni casi di maltrattamenti nei confronti di alcuni migranti minori che erano stati collocati in sei diversi centri d’accoglienza. In particolare a questi soggetti sono stati imputati anche i reati di corruzione (nei confronti di un funzionario del Comune di Catania ormai in pensione) e di falso in atto pubblico in quanto questi centri di accoglienza non avevano i requisiti adatti per l’accoglienza dei giovani migranti che richiedevano asilo. Le indagini hanno avuto inizio nel 2014 a seguito di vari episodi di violenza che venivano accertati all’interno dei centri d’accoglienza. Tutto ciò era causato dalle scarse condizioni igieniche a cui venivano sottoposti i migranti non appena arrivati nei centri oltre che alla carenza di cibo, farmaci e coperte che sarebbero dovute essere garantite ai minori. I militari, per far luce sul caso, si sono serviti anche di determinate intercettazioni telefoniche che hanno dimostrato come i migranti venissero considerati degli “zingari” o dei “porci” ai quali non garantire alcun tipo di servizio specifico. In particolare nelle intercettazioni sono emerse frasi del tipo: “…i farmaci generici si! Ma no questi qua! Assolutamente no! Per me può buttare sangue” oppure “.. lo stato di emergenza mi ha fatto accogliere questi porci , ci siamo? Ma le comunità sono per italiani quindi se non si sbrigano ad andarsene li butto io a calci in culo a casa”.