Sulla riapertura delle scuole in Sicilia, il presidente della regione Nello Musumeci, ha dichiarato: “”Le scuole in Sicilia riapriranno il 14 settembre. Diamo, comunque, la facoltà ai responsabili di istituto, se non ci fossero le condizioni minime di sicurezza, di poter posticipare, nell’ambito dell’autonomia scolastica, l’avvio fino al 24 settembre. Pur rispettando i duecento giorni minimi di lezione”.

In Sicilia PERò, mancano ancora all’appello quasi 500 aule e anche 480 mila banchi singoli e se consideriamo che mancano 2 settimane all’inizio dell’anno scolastico tutto rimane un rebus.

In Italia, manca poco al ritorno degli studenti tra i banchi di scuola. Una ripartenza caratterizzata da nuove regole e procedure per contenere il Covid-19. I primi a mettere piede in aula saranno bambini e giovani di Bolzano, che ha fissato la data per il 7 settembre. E se nel resto d’Italia le lezioni riprenderanno dal 14, aumentano le Regioni che chiedono di rinviare l’inizio direttamente dopo il voto del 20 e 21 settembre. Puglia, Sardegna e Calabria hanno già deciso; Abruzzo e Campania ci stanno pensando.

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, relativamente al rientro a scuola si starebbe configurando seriamente la possibilità di un rischio “babele”. Non si troverebbero infatti docenti da mettere in cattedra, con buchi ovunque: i posti liberi sono 85 mila ma non ci sarebbero professori da assumere. In Piemonte assunti 2 docenti di sostegno su 2.800. In Lombardia e Lazio sarebbero coperti il 25 per cento dei posti.

In compenso da oggi, fino al 2 settembre , è possibile presentare domanda per la “chiamata veloce” di cui al dm 25/20, con possibilità per chi aspira al ruolo e non ha trovato posto nella propria provincia/regione.

L’applicazione è destinata a tutti i candidati ancora presenti nelle graduatorie dei concorsi (concorso 2016, concorsi straordinari 2018, graduatorie di merito del personale educativo) e agli aspiranti inclusi nelle graduatorie ad esaurimento, ai fini della copertura di tutti i posti comuni e di sostegno dell’organico di diritto rimasti vacanti e disponibili all’esito delle operazioni di immissione in ruolo.

Tuttavia, in tutto questo, una certezza c’è. “I primi banchi monoposto sono stati consegnati. Credo sia stato un gesto importante scegliere di iniziare da quei territori che hanno sofferto di più: Codogno, Alzano Lombardo, Nembro. Un segnale per queste comunità e per la scuola italiana che si prepara a ripartire in presenza e in sicurezza”. Così il ministro all’Istruzione, Lucia Azzolina, sul proprio profilo Facebook.

È il primo bilancio al termine del confronto tra Roberto Lagalla, assessore regionale, i sindaci e i rappresentati delle scuole. “Sarà un inizio imperfetto – dice l’Anci guidata da Leoluca Orlando – non tutte le scuole avranno tutto ciò che serve”.

“In questo momento è difficile poter conciliare il diritto allo studio e il diritto alla salute – spiega il presidente Musumeci – so che è una materia particolarmente complessa, ma dopo molti mesi di inutili e sterili confronti credo che ancora siamo in alto mare – ha aggiunto – Noi in Sicilia siamo pronti, abbiamo già predisposto quello che è necessario, ma non avendo chiarezza sulle misure tutto rimane provvisorio. Mi auguro che gli impegni possano essere mantenuti, così come assicura il ministro”.

Il ministro della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina, in un’intervista a La Repubblica, assicura che le scuole riapriranno dal 1/o settembre nonostante “sia in atto un sabotaggio da parte di chi non vuole che ripartano”. Quello che serve, è che “si prenda a remare tutti nella stessa direzione” spiega. Le scuole, ad oggi, riapriranno per tutti, in presenza, anche se i numeri del contagio dovessero peggiorare: “Tutti ci auguriamo che i dati migliorino. Dipende dai comportamenti. È una questione di responsabilità: individuale e collettiva – aggiunge -. Gli esami di Stato si sono svolti in sicurezza, nessun ragazzo si è ammalato. I nuovi contagi sono avvenuti in vacanza, non a scuola”.

Riapertura il 1 settembre per chi deve recuperare e il 14 per tutti, “tranne Calabria Puglia e Sardegna che hanno deciso di riaprire dopo le elezioni. Tornare a scuola è fondamentale soprattutto per i ragazzi di famiglie fragili. Non farlo significherebbe lasciarli per strada: le criminalità e le mafie non aspettano altro”. In classe “bisogna rispettare le regole. Un metro di distanza. Se non ci sono le condizioni, nel rapporto spazio/numero di studenti, bisognerà usare le mascherine”. Nulla vieta poi «che il dirigente scolastico disponga, solo per la secondaria di secondo grado, la didattica a distanza per alcuni gruppi». L’autonomia dei dirigenti “è molto ampia”. Si stanno pensando anche nuove misure a sostegno delle famiglie.