Il rapporto presentato ieri da Srm (Studi e Ricerche Mezzogiorno), nel corso del convegno “Economia del mare, opportunità di sviluppo per il territorio”, svoltosi ieri nella sede di Banca Nuova (Gruppo Intesa Sanpaolo) di Palermo, promosso da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Srm (Studi e Ricerche Mezzogiorno) ha inoltre confermato il potenziale che tra Zes e vie del mare può innescare una crescita esponenziale dei valori in campo. La recente iniziativa normativa volta a istituire le Zes nel Mezzogiorno potrebbe contribuire a dare ulteriore impulso allo sviluppo del porto e all’intera economia. La legge pone in essere una politica di sviluppo istituzionale fondata su aree ben individuate dove strategicamente si pone il “Porto al centro” dell’economia, vale a dire insediamenti imprenditoriali, incentivi e risorse finanziarie tutte finalizzate a far crescere l’infrastruttura marittima ed il sistema di imprese che ruotano intorno ad essa. Un’analisi, messa nero su bianco: «La Sicilia ha nel mare la sua ovvia direttrice di traffico: la quota di import-export via mare della regione pertanto è l’80%, pari a 14 miliardi di euro circa. Attraverso questa via serve specialmente con il Medio Oriente (40%) e i Paesi extra-Ue (17%). Collegata alla sua vocazione Energy, il traffico internazionale siciliano vede privilegiare in import-export i prodotti carbone, greggio e gas (53%) e petroliferi e coke (35%), seguono i prodotti chimici (6%) e quelli agroalimentari (3%)». Sull’effettivo valore delle zone economiche speciali non ha avuto dubbi neanche Pierluigi Monceri, direttore regionale di Intesa Sanpaolo che ha sviluppato un focus sul ruolo strategico dell’economia del mare, intesa in tutte le sue declinazioni: «Vi sono grandi possibilità di crescita legate allo sviluppo del diportismo e all’istituzione delle Zes che possono fungere da vera forza di sviluppo attraendo investimenti. È uno sviluppo necessario per assicurare all’Isola opportunità di crescita e rafforzare la sinergia con altri comparti, primo quello turistico, e per l’internazionalizzazione». Per quanto riguarda infine il diportismo, “con circa 15.700 posti barca complessivi ed oltre 200 posti dedicati ai mega yacht – conclude il report di Srm – la Sicilia è quinta in Italia nel diportismo e questo può essere un segmento da sviluppare considerate le potenzialità economiche di questo settore fortemente connesso al turismo. La spesa di queste unità, nelle acque italiane, è stata stimata in 209 milioni di euro (stima basata su un campione di 1.200 unità in transito, per una permanenza media di 3,8 giorni e con una spesa media giornaliera di 8.900 euro). La nautica da diporto ha un ottimo moltiplicatore di occupazione: infatti un occupato nel settore genera altri 6,4 occupati nel sistema economico. Un euro speso, ne attiva 4 nell’economia. La Sicilia può svolgere un ruolo strategico per lo sviluppo di tutta l’economia del Mare Italiana anche grazie alla sua posizione geografica al centro del Mediterraneo. Ne è convinto Massimo Deandreis, direttore generale di SRM ( Studi e Ricerche Mezzogiorno) «I nostri studi mettono in evidenza che la regione scambia via mare oltre l’80% delle sue merci e che ha un importante ruolo nell’ambito del traffico Ro-Ro – un modo di trasporto fortemente votato al rispetto dell’ambiente ed alla sostenibilità – e dove il Porto di Palermo ha una posizione rilevante». La Sicilia si conferma inoltre un’importante piattaforma di riferimento per i traffici energetici del Paese: «il sistema portuale dell’isola- ha proseguito Deandeis, rappresenta il 23% dell’Italia ed il 50% del Mezzogiorno in termini del parametro chiave per individuare le grandi rotte del petrolio». i numeri 80% quota di import via mare della sicilia 40% La percentuale media di aumento dell’export rispetto a quello ABITUALMENTE generato sul territorio grazie alla presenza delle zes.
Fonte: Lasicilia.it (http://www.lasicilia.it/news/economia/141228/si-scrive-zes-si-legge-speranza-in-sicilia-lo-sviluppo-passa-dai-porti.html)