Adesso che l’hanno arrestato è caccia al suo pedigree politico. Che è arcinoto: ex autonomista molto legato ad Angelo Lombardo, fratello dell’ex governatore Raffaele, «da cinque anni» – per sua stessa ammissione sui social – sosteneva «il progetto di Luca Sammartino», deputato regionale del Pd. Ma il vicesindaco, da ieri ai domiciliari nell’inchiesta su mafia e scommesse online, s’era presentato alle ultime elezioni con una lista civica chiamata col suo cognome: Santapaola. Il che, sotto il Vulcano, ha un significato. A maggior ragione per la parentela con l’omonima cosca mafiosa che comanda a Catania, tanto più se cugino diretto dei boss Placenti. Parliamo di Carmelo Santapaola, detto “Bombolo”, 59 anni: dipendente della Sac Service di Fontanarossa (è stato sospeso ieri stesso), gli è contestato il reato di intestazione fittizia di beni, in quanto titolare di fatto – con gli stessi fratelli Placenti – dell’“Orso Bianco Caffè”, sequestrato il 14 novembre. «Tranquillo, ho parlato con il mio avvocato: è tutto chiarito», aveva detto al sindaco Nino Di Guardo che gli chiedeva spiegazioni. E che ora assicura: l’«episodio non intacca minimamente» l’ amministrazione «sempre improntata al rispetto della legalità, alla lotta al malaffare e alla mafia». Ma le carte dell’inchiesta della Procura di Catania contengono una bomba a orologeria. Il cui ticchettio è sempre più incombente. Nelle 220 pagine di ordinanza del gip Pietro Currò c’è più di un passaggio. Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e i risultati investigativi, intanto, attestano «l’assunto accusatorio circa una vera e propria occupazione sistematica dell’istituzione comunale, volta ad esplicare un controllo pieno di appalti e assunzioni». E in questo contesto l’ex vicesindaco Santapaola viene definito «vera e propria “testa di ponte” del sodalizio all’interno dell’ente comunale». L’ordinanza non riguarda reati elettorali, pertanto è infarcita di numerosi “omissis”. Fra gli atti citati, però, c’è l’interrogatorio del pentito Giuseppe Scollo, il quale dice ai pm che Santapaola era «a disposizione» per «dare posti di lavoro agli affiliati e per fornire informazioni riservate su appalti e altro». Ma l’indagato non faceva mistero del suo potere. E quando il cugino Vincenzo Placenti gli ricorda il suggerimento di prendersi l’assessorato al «pubblico e cose verde», il neo-eletto (intercettato in auto) lo corregge: «Manutenzione e Verde pubblico», dice, «dove possono lavorare». Il gip di Catania si spinge oltre, dando per riscontrato «l’interesse del gruppo criminale per i risultati elettorali nonché il diretto interessamento di esponenti mafiosi nelle liste elettorali e la successiva infiltrazione nell’apparato amministrativo comunale». Le elezioni di cui si parla nell’ordinanza – per intenderci – sono soltanto le Comunali del 2012. E anche in questo caso cita alcune intercettazioni. In una Santapaola è consapevole del suo potere politico: «Io sono valore aggiunto, toglici duemila, mettiglieli ddabbanna e sono quattromila e hai perso!». Le «molteplici conversazioni», per il gip accertano come «il “gruppo” facente capo ai fratelli Placenti si sia “mosso” per appoggiare» nel 2012 il candidato sindaco Di Guardo, «attraverso il sostegno elettorale» a Santapaola, ma anche ad Alfio Saitta («soggetto direttamente appartenente al clan Placenti», fra gli arrestati). «Melo (Santapaola, ndr) si deve muovere», dicono i Placenti intercettati, perché loro «gli daranno i voti» così come a Saitta, definito candidato «forte». Ed è Carmelo Placenti in persona ad assicurare che «farà un giro l’ultima settimana» prima del voto, altrimenti «succede la guerra». Ce n’è abbastanza per un accesso agli atti della Prefettura, primo step di un’eventuale iter di scioglimento per infiltrazioni mafiose? La palla, adesso, passa al prefetto Claudio Sammartino (incidentalmente zio del deputato regionale Luca, non sfiorato dall’indagine) che ieri sera ha già sospeso il vicesindaco e assessore Santapaola dagli incarichi. Fonte: lasicilia.it (https://www.lasicilia.it/news/cronaca/204339/anche-i-boss-in-lizza-per-le-elezioni-ora-trema-il-comune-di-misterbianco.html)

Davide Difazio, giornalista iscritto all’albo nazionale dei giornalisti, elenco pubblicisti Sicilia, dal 09/05/2003 N° di tessera 098283, protagonista di diverse trasmissioni televisive in Rai e Mediaset ha collaborato con diverse testate giornalistiche nazionali ottenendo risultati lusinghieri. Fondatore della testata giornalistica Siciliareporter.com, in pochi anni , è riuscito a far diventare il portale un importante punto di riferimento per l'informazione siciliana.