Aumentare il numero dei vaccinati coinvolgendo nel piano vaccinale anche i medici di famiglia, è questo l’obietto del governo regionale, il via libera potrebbe arrivare già da mercoledì 3 marzo.

La somministrazione dei vaccini anti-Covid da parte dei medici di famiglia consentirebbe di allargare la platea e raggiungere il prima possibile l’obiettivo di estendere la vaccinazionazine ad un numero elevato di persone.

La politica regionale sta provando a mettere in campo quanto già si sta facendo a livello nazionale, positivo l’ incontro fra i sindacati dei medici e l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. L’idea è quella di delegare ai medici di famiglia la vaccinazione dei più anziani e dei pazienti non autosufficienti.

Il piano nazionale che la Regione vuole ricalcare prevede che da subito i medici di famiglia affianchino le Usca e gli hub appena creati per vaccinare quante più persone possibile.

Razza ieri ha illustrato ai sindacati una tabella di marcia che già dalla prima decade di marzo porterebbe i medici di famiglia a vaccinare a domicilio gli anziani, in particolare quelli non autosufficienti, e i pazienti che hanno altre patologie che rendono pericoloso o difficoltoso uscire di casa per recarsi nei centri individuati dalle Asp per la somministrazione.

Fin qui tutti d’accordo. E questo è un primo passo visto il flop di tentativi simili per affidare ai medici di famiglia i tamponi e i certificati di guarigione. Ma sono emerse alcune difficoltà: “La prima – spiega Luigi Galvano, leader della Fimmg, il sindacato più rappresentativo – riguarda la dotazione di vaccini.

Il nostro compito sarebbe più semplice e più opportuno quando la Regione avrà un numero sufficiente di vaccini di Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson, che sono quelli per cui non è necessaria la conservazione a temperature polari e dunque risultano più facili da somministrare”.