Sorgerà nel comune di Calascibetta la “Fattoria Sociale Del Welcome”. Un’azione pilota contro lo sfruttamento del lavoro in agricoltura, finanziata dalla Regione Siciliana, Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, Ufficio Speciale Immigrazione, nell’ambito del progetto “Progetto P.I.U.” Su.Pr.Eme.

Attività innovative pilota di agricoltura sociale e animazione territoriale che si realizzeranno mediante l’avvio di nuove imprenditorialità quale forma di accoglienza e inclusione socio-lavorativa di soggetti provenienti da paesi terzi per il contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura.

Saranno quelle che si realizzeranno attraverso la “Fattoria Sociale del Welcome” che sorgerà su alcuni terreni messi a disposizione dal Comune di Calascibetta, partner del progetto portato avanti da una partnership composta da un’associazione Temporanea di Scopo costituita dall’associazione “Coordinamento regionale volontariato e solidarietà Luciano Lama” (capofila del progetto), la Società cooperativa “Incastri Creativi” di Palermo, il Consorzio ”Sale della Terra” di Benevento, Mediter Italia, la Euroconsult di Enna, l’associazione “Centro Studi Aurora” di Santa Flavia e il Gal Rocca di Cerere.

«Grande la soddisfazione nel partecipare a questo progetto – dichiara il sindaco di Calascibetta, Pietro Capizzi – ma la storia di questa fattoria sociale nasce più lontano, nel momento in cui 4 anni fa abbiamo deciso, contro il parere di tutto il mondo, di approvare la delibera del progetto dello Sprar. Fu allora che mi fecero trovare un mazzo di crisantemi sul cofano della macchina, ma era un progetto di accoglienza a misura d’uomo quindi non abbiamo arretrato di un passo. Il percorso che parte oggi fa un salto di qualità perché, a distanza di 4 anni, la popolazione ha capito quello che volevamo fare, infatti oggi non c’è più quell’ostracismo, quel mantenere le distanze da chi non è della nostra stessa nazionalità. Vedere questi ragazzi lavorare nelle nostre attività commerciali è veramente emozionante; è il coronamento di un importante passo in avanti perché siamo riusciti a far metabolizzare l’idea che il colore della pelle non è altro che il colore della pelle. Quello che andremo a fare con la “Fattoria sociale del Welcome” è l’esempio di come l’accoglienza può diventare riscatto.  Calascibetta non è degli Xibetani ma del mondo; è un luogo fisico che non appartiene solo a chi qui è nato, cresciuto e ci vive».

Un progetto che parla di accoglienza nell’ottica di piena solidarietà e condivisione.

«Abbiamo immaginato il concetto di solidarietà in maniera trasversale – aggiunge Michele Sabatino, presidente dell’associazione “Coordinamento regionale volontariato e solidarietà Luciano Lama”, capofila del progetto – perché c’è bisogno di solidarietà qui, nei confronti dei migranti o degli autoctoni, come in Bosnia, in Madagascar o in Algeria. La nostra associazione cerca di fare con grande umiltà un lavoro sui valori della giustizia sociale, del contrasto allo sfruttamento, anche perché crediamo che la questione immigrazione vada affrontata in  una visione più ampia e globale.  Aiutare chi viene a costruirsi da noi una vita é un dovere morale, ma anche una necessità economica perche stiamo vivendo un preoccupante spopolamento di quartieri rurali e popolari, qui come anche a Palermo.  Ripopolare un territorio significa coinvolgere le persone in un processo di integrazione serio.

Il problema non è accogliere questi cittadini, ma gestirli intelligentemente. Noi veniamo da una cultura assistenzialistica, borbonica, nella quale i nostri giovani sono abituati ad aspettarselo il futuro, mentre c’è chi lo ha costruito il suo futuro rischiando sulla propria pelle fuggendo da una condizione di sfruttamento, di ingiustizia, di dittatura. L’immigrazione è ricchezza se la sappiamo valorizzare, se sappiamo fare bene integrazione e  progetti di utilizzo dei nostri territori,  delle nostre ricchezze, creando vera impresa. Anche i crisantemi saranno la nostra ricchezza”.

Tre i terreni nei quali si andrà a realizzare un piccolo frutteto, si coltiveranno piante e fiori ornamentali ma anche ortive da destinare alla vendita dei privati e/o alle mense del Comune, insieme all’allevamento di galline ovaiole per la produzione e vendita di uova.

Beneficiari del progetto saranno vulnerabili e marginali provenienti dai Paesi Terzi: vittime di sfruttamento soggetti a caporalato; lavoratori sottopagati a cottimo; donne sfruttate; braccianti agricoli e precari. A 20 di loro sarà rivolta un’intensa attività di formazione teorico-pratica sulla filiera agricola sostenibile, l’export, la commercializzazione digitale dei prodotti e sulla gestione delle fattorie sociali. Un percorso formativo, concluso il quale andranno a costituire una cooperativa che raccoglierà le due migliori proposte sulle tematiche attinenti ai processi di agricoltura sociale innovativa, presentate dagli stessi beneficiari.

«Contribuiremo alla riuscita del progetto attraverso una formazione che possa fare vera integrazione sociale – si inserisce Mimmo Gagliano, presidente dell’associazione “Centro Studi Aurora” -. I soggetti ai quali solitamente ci rivolgiamo sono quelli che hanno avuto una vita molto diversa dalla nostra. Metteremo a frutto le competenze da noi acquisite in questi anni in ambito formativo che abbiamo rivolto sia agli adulti sia ai minori, con l’augurio di essere contagiati dal loro entusiasmo per portare avanti un progetto di piena inclusione nel territorio».

Un progetto che porta nel suo nome la parola Welcome, anche per sottolineare il senso profondo di un approccio “accogliente” che fa anche parte della cultura siciliana.

“Il Welcome entra in questo progetto – spiega Angela Natoli, presidente della cooperativa “Incastri Creativi”, ma anche referente del Consorzio “Sale della Terra” – perché i soggetti fragili e svantaggiati  costituiscono la centralità del pensiero di “Sale della Terra” che ha ispirato questo partenariato e questa progettazione. “Incastri creativi”, per esempio, é costituita da me e da due ragazzi che hanno fatto il viaggio della morte sui barconi. Facendo della fragilità un punto di forza dei territori, ci rifacciamo alla “Rete dei Piccoli Comuni del Welcome” della quale fanno parte quei comuni con non più di 5mila abitanti, nei quali sono presenti le fragilità di migranti, di donne vittime di violenza, di ex tossicodipendenti ed ex detenuti.

Fragilità che vengono accompagnate in processi di inclusione, inseriti in contesti lavorativi e, in  base alle caratteristiche dei territori, avviati a percorsi di inserimento lavorativo in ambito agricolo, artigianale o turistico. Quando è uscito questo bando abbiamo visto che c’erano tutti gli ingredienti: un piccolo comune come Calascibetta, ciò che la “Rete dei piccoli Comuni del Welcome” vuole contrastare e cioè lo spopolamento, la presenza di giovani migranti che possono trovare nel territorio servizi di prossimità mettendo radici e insediandosi».

A finanziare il progetto è l’assessorato regionale alla Famiglia che, attraverso questa linea, sta lavorando al tema dell’immigrazione in maniera differente dal solito.

«Conduco da solo un anno questo ufficio alle dirette dipendenze dell’assessore  – afferma Michela Bongiorno, dirigente dell’Ufficio Speciale Immigrazione della Regione Siciliana –  e abbiamo fatto tanto, ma ritengo che oggi ci sarebbe bisogno di un Dipartimento che si occupi di una materia che è veramente  trasversale. Fin dal promo momento in cui mi sono insediata, col supporto del dott. Richiusa, memoria storica di tutto il Dipartimento della Famiglia, ho capito che approcciare una materia come quella del fenomeno migratorio rendeva necessario che anche un dirigente regionale si mettesse in cammino. Così è stato, infatti, a distanza di sette giorni dal mio insediamento ero a Trapani per visitare un edificio che doveva essere destinato al Cas. Quando ci si occupa di materie sociali, il collegamento col territorio è imprescindibile.

Credo molto in questa iniziativa, una delle 7 che abbiamo finanziato partendo dalle 5 previste inizialmente e che abbiamo dovuto incrementare per il successo che ha avuto l’idea: tre si trovano nella provincia di Catania, due di Enna, uno a Ragusa e un altro a Palermo.  I progetti di agricoltura sociale sono fondamentali e per noi importantissimi perché un ragazzo che sbarca fa un percorso attraverso l’accompagnamento previsto dai nostri progetti, per poi essere avviato alla vera integrazione: quello che siamo sicuri questo progetto riuscirà a realizzare insieme agli altri nelle restanti province».

«Vi sono linee specifiche di finanziamento legate al ripopolamento dei borghi – precisa in conclusione  Severino Richiusa, funzionario dello stesso assessorato regionale – ma con un taglio in direzione dell’immigrazione, con decine di milioni di euro destinati a questi obiettivi. Forse saremo noi, come ufficio speciale immigrazione, i titolari di questa linea per dare continuità a iniziative che offriranno un ulteriore supporto ai territori che si vanno svuotando, invecchiando quando non hanno la manodopera per le terre. Inoltre, proprio sul territorio della provincia di Enna, abbiamo attivato dei servizi come il Polo Integrato e un’altra iniziativa di supporto a quelle come la vostra, sperando che abbia una sua continuità per offrire supporto vero al territorio.

olevo anche annunciare che il 30 maggio partirà il progetto “Et labora”. Abbiamo dotato tutti i Centri per l’Impiego di una piattaforma che consentirà al cittadino di ogni nazionalità di accedere a tutti i servizi previsti. Ciò avverrà attraverso dei totem fisici in ogni centro o attraverso il portale in sei lingue, anche quella ucraina.  Grazie alla presenza della mediatrice linguistica, però, chiunque potrà ricevere assistenza linguistica e legale.   Previsto anche uno spazio per l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. 

In linea con quanto previsto dall’assessorato regionale, proprio sul fronte dell’inclusione lavorativa, la “Fattoria Sociale del Welcome” creerà un matching tra domanda e offerta di lavoro proprio attraverso l’agricoltura sociale e la formazione specialistica indirizzata a lavoratori stranieri sfruttati sul territorio.

Da non sottovalutare i benefici di medio e lungo periodo che risiedono nella capacità del progetto di coniugare percorsi di autonomia socio-economica dei soggetti provenienti da paesi terzi per il contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura, con i bisogni di crescita sociale, economica e culturale dei territori interessati

La “Fattoria Sociale del Welcome”, infatti, consentirà non soltanto di attuare sperimentazioni nell’ambito dell’agricoltura sociale ma, allo stesso tempo, attiverà processi di co -progettazione coinvolgendo la società civile tutta, attraverso attività di animazione territoriale, in modo da rendere sostenibile lo spazio per sviluppare progettualità anche in altri ambiti. Un posto fisico nel quale trovare risposte concrete e sostegno alle proprie fragilità. uno spazio che sia votato all’inserimento lavorativo ma anche condiviso e di sperimentazione di nuove forme di coesione sociale.

“Fattoria Sociale del Welcome” è una delle iniziative finanziate dalla Regione Siciliana, Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, Ufficio Speciale Immigrazione nell’ambito del progetto “Progetto P.I.U.” Su.Pr.Eme. (Percorsi Individualizzati di Uscita dallo Sfruttamento), co-finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione e dall’Unione Europea, PON Inclusione Fondo Sociale Europeo 2014-2020.