Il signor R.F., titolare di una regolare concessione edilizia, si è trovato al centro di una controversia legale a Santo Stefano di Quisquina, dove ha costruito una casa tra il 2004 e il 2006.
La situazione si è complicata a causa dell’adozione del Piano Paesaggistico della Provincia di Agrigento nel 2013, che ha portato l’area in cui si trova la sua proprietà sotto tutela paesaggistica.
Per completare la copertura della sua abitazione, R.F. ha presentato una richiesta di nulla osta alla Soprintendenza di Agrigento, ma questa è stata respinta.
La Soprintendenza sosteneva che l’edificio era situato entro la fascia di rispetto di 150 metri dal fiume Magazzolo, protetto dalla legge, senza una previa autorizzazione da parte loro.
Gli avvocati Girolamo Rubino, Vincenzo Airo’, e Mario La Loggia hanno preso le difese di R.F. impugnando il diniego davanti al TAR Palermo, chiedendone l’annullamento.
Contestavano l’asserto della Soprintendenza secondo cui l’immobile era situato entro la fascia di rispetto del fiume Magazzolo, sostenendo che il corso d’acqua nelle vicinanze non era il Magazzolo, ma un canale artificiale senza tutela paesaggistica.
Il TAR Palermo, con un’ordinanza cautelare, ha disposto una verifica sul posto, che ha confermato le argomentazioni degli avvocati di R.F. e ha dimostrato che il corso d’acqua non era il Magazzolo, ma un canale artificiale senza valenza paesaggistica.
La sentenza del 22 dicembre 2023 del TAR Palermo ha accolto le difese di R.F., annullando il diniego della Soprintendenza. Il Tribunale ha anche condannato la Soprintendenza al pagamento delle spese di giudizio e verificazione.
Un successo legale significativo per R.F. e i suoi legali che hanno dimostrato che la sua proprietà non era soggetta a vincolo paesaggistico al momento della costruzione.