Sequestrati Beni per 169.985,25 Euro in Provincia di Reggio Calabria.
Una truffa ai danni dell’Unione Europea è stata smascherata dalla Procura della Repubblica di Locri e dai Carabinieri, portando al sequestro di beni per un totale di 169.985,25 euro.
L’operazione è stata condotta dal Reparto Carabinieri Tutela Agroalimentare di Messina e dal Nucleo Carabinieri Tutela Agroalimentare di Reggio Calabria, a seguito di un decreto emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Locri.
Il provvedimento di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca diretta della somma in questione, è stato eseguito nei confronti di due soggetti intestatari di ditte individuali operanti nella provincia di Reggio Calabria.
L’indagine ha evidenziato una presunta truffa aggravata finalizzata al conseguimento illecito di contributi pubblici destinati al comparto agricolo, erogati dall’ARCEA (Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura).
I soggetti coinvolti, madre e figlio, avrebbero messo in atto azioni per riorganizzare le intestazioni aziendali e dei terreni, nonostante la donna fosse destinataria di un provvedimento di interdittiva antimafia.
Questo stratagemma avrebbe permesso loro di continuare a percepire illecitamente i contributi comunitari destinati al settore agricolo.
L’operazione evidenzia l’impegno dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare del Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari (CUFA) nella lotta alle frodi ai danni dei bilanci dello Stato e dell’Unione Europea.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri ha coordinato efficacemente le indagini, adottando un provvedimento mirato a impedire la prosecuzione dell’attività illecita e a consentire il recupero delle somme indebitamente percepite dagli indagati.
Le indagini sono state svolte d’iniziativa dai Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare di Messina, concentrandosi sui soggetti intestatari di fascicoli aziendali informatizzati operanti nel versante ionico della Calabria.
L’attività investigativa ha portato alla luce la presunta truffa ai danni dei fondi destinati al comparto agricolo, perpetrata da due soggetti sottoposti a interdittiva antimafia.
La vicenda sottolinea l’importanza della vigilanza e dell’azione di contrasto delle autorità per garantire che i fondi comunitari destinati al settore agricolo siano utilizzati in modo lecito e a beneficio degli imprenditori onesti. Tuttavia, si ricorda che nei confronti delle persone coinvolte vige la presunzione di non colpevolezza, e le ipotesi accusatorie dovranno essere verificate in sede processuale.