Da Confintesa pieno sostegno: tutti dovranno essere stabilizzati.

Riceviamo e pubblichiamo nota stampa degli operatori giudiziari impiegati a tempo determinato i quali chiedono di ampliare la platea
delle stabilizzazioni a seguito della procedura bandita nel settembre del 2020. Cgil-Cisl-Uil hanno deciso di convocare una manifestazione a
Roma, il prossimo 23 novembre, per sostenere la battaglia dei precari della giustizia, che si chiamerà, sinteticamente: “Stabilizzazione Precari della Giustizia Nessuno Escluso!”.

Tutti in piazza per la stabilizzazione degli operatori giudiziari: manifestazione il 23 novembre di CIGL-CISL E UIL

Anche il segretario generale di Confintesa funzione pubblica Claudia Ratti si è spesa per la causa indirizzando una missiva sia al ministro della difesa Guido Crosetto, in quanto nella vicenda sono coinvolti diversi ex militari, e sia al ministro della giustizia Carlo Nordio
sottolineando la necessità di un pronto intervento in vista dell’imminente scadenza di alcuni dei contratti in oggetto prevista per il 31 dicembre dell’anno corrente. Confintesa, infatti, propone di trovare una soluzione utile per giungere alla stabilizzazione di tutta la platea degli operatori giudiziari attualmente in servizio.

Tutti in piazza per la stabilizzazione degli operatori giudiziari: manifestazione il 23 novembre di CIGL-CISL E UIL

La posizione di CIGL-CISL e UIL

Tutti in piazza per la stabilizzazione degli operatori giudiziari: manifestazione il 23 novembre di CIGL-CISL E UIL

Posizione assolutamente in linea con quella che si registra essere di CIGL- CISL E UIL i cui segretari generali hanno all’unisono chiesto «che
siano adottati i provvedimenti normativi necessari a garantire, nelle more dell’espletamento della procedura assunzionale, la proroga dei
contratti in scadenza nonché l’ampliamento della platea dei beneficiari della procedura di stabilizzazione al fine di ricomprendere tutti gli
Operatori Giudiziari con rapporto a tempo determinato attualmente in servizio».

I Segretari Generali delle suindicate sigle sindacali auspicano un incontro col Vice Ministro Sisto il 23 Novembre durante la manifestazione a Roma in Piazza Cairoli nei pressi del Ministero della Giustizia per rappresentare la situazione di precarietà in cui si trovano i lavoratori scriventi la nota meglio descritta in questo articolo.

Tutti in piazza per la stabilizzazione degli operatori giudiziari: manifestazione il 23 novembre di CIGL-CISL E UIL

Nota redatta dagli operatori giudiziari esclusi dalla procedura di stabilizzazione di cui alla L. n.79/2022 indirizzata ai Segretari Generali dei sindacati ed al Ministro della Giustizia.

“Gli scriventi lavoratori, tutti operatori con rapporto di lavoro a tempo determinato in servizio presso gli uffici giudiziari, intendono manifestare grande preoccupazione in quanto il proprio contratto di lavoro è in scadenza a partire dal 31 dicembre prossimo ed a seguire il 16 gennaio, il 24 marzo e il 6 giugno 2023.

Gli operatori giudiziari a tempo determinato sono circa 1500. Per la maggior parte si tratta di lavoratrici e di lavoratori che, in molte regioni
italiane, hanno prestato servizio negli uffici giudiziari per ben dieci anni, sotto le mentite spoglie di tirocinanti. Tra i predetti operatori vi sono
anche 250 ex militari assunti con riserva di Legge. D.Lgs. n. 66/2010 artt. 1014 e 678.

L’ assunzione degli operatori a tempo determinato è stata realizzata a seguito della procedura bandita nel settembre del 2020 (Gazzetta
Ufficiale – 4 A serie speciale concorsi ed esami n. 72 del 15 settembre 2020). Mediante la stessa il Ministero della Giustizia ha reclutato, in
prima battuta, con contratto di lavoro a tempo determinato biennale, i primi 1000 utilmente collocati in graduatoria e tra questi, come da
riserva di legge, anche 250 ex militari; in seconda battuta, in tre successive tornate (il 28 giugno 2021, il 3 novembre 2021 e il 17
gennaio 2022), mediante lo scorrimento della medesima graduatoria, il Ministero della Giustizia ha assunto, con contratto di lavoro a tempo
determinato annuale, i successivi 1080 idonei.

Il precedente Governo, allo scopo di valorizzare la professionalità, ormai consolidata, di questi lavoratori e nel contempo garantire la funzionalità degli uffici, anche per quanto concerne il rispetto degli obiettivi del PNRR, con il DL 36/2022 (art. 17 ter), convertito con la L. 79/2022, ha previsto la possibilità per l’Amministrazione giudiziaria di assumere con contratto di lavoro a tempo indeterminato, a partire da gennaio e comunque entro il 2023, 1200 unità complessive di lavoratori a tempo determinato da inquadrare nell’area funzionale II, posizione economica FI, in possesso di specifici requisiti: a) essere in servizio alla data del 30 maggio 2022 con contratto a tempo determinato presso l’Amministrazione giudiziaria con la qualifica di operatore giudiziario; b) aver superato una procedura selettiva di reclutamento indetta dalla suddetta Amministrazione; c) aver maturato tre anni di servizio presso il Ministero della Giustizia, anche non continuativi, di cui almeno dodici mesi a tempo determinato e i restanti anche sotto forma di tirocini.

Purtroppo, un numero considerevole di operatori giudiziari a tempo determinato rimane escluso dalla sopra indicata procedura di
stabilizzazione. In particolare, risultano allo stato esclusi:

1) gli operatori giudiziari assunti con riserva di legge ai sensi del D.Lgs.
n. 66/2010 artt. 1014 e 678 in quanto, pur avendo effettuato quasi due anni di lavoro alle dipendenze del Ministero della Giustizia, non
raggiungono il requisito dei tre anni di servizio perché in precedenza non hanno effettuato alcuna forma di tirocinio;

2) molti ex tirocinanti, ovvero coloro che hanno svolto il tirocinio formativo ai sensi dell’art. 37 D.L. 6 luglio 2011 n. 98 ed ai sensi dell’art.
73 D.L. 69/2013 che, per pochi mesi, non raggiungono il requisito previsto dalla norma dei tre anni di servizio. Si aggiunga, inoltre, che se la procedura di stabilizzazione prevista dal D.L. 36/2022 dovesse attivarsi prima della fine del corrente anno, coloro i quali hanno preso servizio il 17 gennaio 2022, non raggiungono il requisito previsto dalla norma di I anno di lavoro con contratto a tempo determinato.

Ulteriore punto critico della procedura di stabilizzazione deriva dal fatto che vengono esclusi dalla stessa, (che prevede il requisito minimo di
trentasei mesi di servizio presso gli uffici giudiziari ai fini dell’assunzione), alcuni operatori che hanno iniziato i tirocini nel 2011.
Ciò perché la legge prevede che si debbano considerare utili solo i periodi di lavoro iniziati dopo il 01 luglio 2012.

Il 15 novembre 2022 sul sito del Ministero della Giustizia è stata aperta una piattaforma online per inoltrare le domande di adesione alla
stabilizzazione in oggetto, indicando i periodi di tirocinio svolti. In particolare all’art. 1 del provvedimento di avvio della procedura in
oggetto si è previsto che il requisito di cui alla lettera C1 si intende posseduto da coloro che lo abbiano maturato entro la fine dell’anno 2023. Tale precisazione potrebbe essere favorevolmente intesa come una tacita proroga dei contratti in scadenza.

Tuttavia gli ex militari, pur avendo un contratto alle dipendenze del Ministero della Giustizia della durata di ventiquattro mesi, non sono stati
messi nelle condizioni di presentare domanda di adesione poiché non superano la soglia dei tre anni di servizio e non vantano periodi di
tirocinio2.

Mentre i tirocinanti ex. artt. 37 e 73 che non raggiungono il requisito dei trentasei mesi entro la fine del 2023 – sommando i tirocini svolti ai
periodi di lavoro alle dipendenze del Ministero a cui fanno capo – o che – riuscendo a raggiungere il suddetto requisito entro la fine del
medesimo anno – non hanno allo stato attuale I anno alle dipendenze del Ministero, pur potendo formalmente compilare
online la domanda di adesione alla procedura assunzionale verranno inesorabilmente esclusi dalla stessa.

1 Aver maturato tre anni di servizio presso il Ministero della Giustizia, anche non continuativi, di cui almeno dodici mesi a tempo
determinato e i restanti anche sotto forma di tirocini.

2 Pur essendo stati assunti come vincitori riservisti nella prima tornata assunzionale. Si tratta di lavoratori in servizio alle dipendenze
del Ministero della Giustizia da quasi 2 anni che hanno maturato esperienze e competenze ritenute ormai indispensabili dagli uffici in
cui prestano servizio.

A conferma di ciò sono intervenuti i Procuratori Generali ed i Presidenti di gran parte delle Procure e dei Tribunali d’Italia, i quali hanno inviato delle missive al Ministero della Giustizia per rappresentare la necessità di trovare una pronta soluzione per la stabilizzazione dei
suddetti lavoratori.

Tanto premesso, gli scriventi chiedono un sollecito intervento affinché il Governo adotti i provvedimenti normativi atti a garantire, nelle more
dell’espletamento della procedura di stabilizzazione, la proroga dei contratti in scadenza e l’ampliamento della platea dei beneficiari della
procedura di stabilizzazione al fine di ricomprendere tutti gli Operatori Giudiziari con rapporto di lavoro a tempo determinato
attualmente in servizio.

Si pone, altresì, in risalto che l’eterogeneità delle posizioni degli scriventi richiederebbe una proroga a maglie larghe, di almeno diciotto
mesi, tale da consentire a tutti i soggetti coinvolti di poter raggiungere il requisito dei trentasei mesi, entro la fine dell’anno 2024.
Si sottolinea, inoltre, che a ridosso dell’imminente scadenza contrattuale del 31 dicembre 2022, per tutelare tali prerogative,
sarebbe opportuno prevedere un emendamento in vista dell’approvazione della legge di bilancio dell’anno corrente.”

A margine di tale nota, si apprende che gli scriventi Operatori Giudiziari ad oggi esclusi dalla suddetta procedura non hanno nulla in contrario rispetto alla stabilizzazione dei tirocinanti “storici” in quanto meritevoli del tanto agognato traguardo raggiunto. Tuttavia, ritengono di essere altrettanto meritevoli di un simile risultato , visti i notevoli sforzi compiuti sia durante il loro periodo di formazione, sia durante il
percorso lavorativo che li ha interessati per quasi 2 anni per supplire alle mancanze di un organico decimato.

Ciò che si spera è che il nuovo governo, godendo di un’ampia maggioranza tale da consentirgli di assumere impegni nel lungo
termine, assuma una decisione definitiva su questa vicenda che, oltre ad incidere sulla vita di molte persone che rischiano di rimanere senza
lavoro e sostentamento economico, risulta essere determinante per il perseguimento degli obiettivi che la Riforma Cartabia impone di
raggiungere fra poco meno di due mesi, richiedendo un poderoso impiego di energie per i dipendenti del ministero della giustizia, il cui
numero complessivo risulta essere notevolmente diminuito anche a seguito dei diversi pensionamenti.