Cresce l’uso di internet e aumenta la diffusione della banda larga in Europa, ma il nostro Paese resta indietro: ecco ciò che emerge dall’ultimo rapporto Eurostat sulla copertura della rete internet ad alta velocità, un quadro sicuramente poco esaltante per l’Italia e ancor di più per le regioni del sud, che evidenzia ancora una volta la necessità di investire sulle infrastrutture. Vediamo meglio, dunque, cosa sta accadendo e quali sono le prospettive per il futuro più prossimo.

Dati Eurostat, Italia terzo peggior Paese UE per banda larga

L’ultimo rapporto Eurostat riguardo al tema delle connessioni internet ad alta velocità è tutt’altro che benevolo nei confronti del nostro Paese: l’Italia resta infatti indietro rispetto alle altre nazioni, posizionandosi addirittura terz’ultima nell’Unione Europea per l’uso della banda larga da parte delle famiglie, il tutto in un contesto generale di forte crescita e innovazione.

L’Europa nel suo complesso, infatti, registra un notevole progresso nella diffusione della banda larga segnando, nel periodo tra il 2013 e il 2021, un aumento dal 16% al 70,2% per quanto riguarda la disponibilità di internet veloce per le famiglie. Il rapporto evidenzia al contempo anche le sostanziali differenze tra Paesi UE, con livelli di accesso alla rete internet veloce molto variabili tra un’area e l’altra: l’Italia, in particolare, si assesta al 44% delle famiglie per ciò che riguarda la copertura generale (fanno peggio solo Cipro al 41% e Grecia al 20%) e al 17,3% della popolazione per quanto concerne le aree a bassa densità abitativa, in questo caso superando Croazia e Austria (14% e 15,7%). Ancora più preoccupanti sono, peraltro, i dati relativi al sud Italia e alle isole, con ampie aree della Sicilia e della Calabria, per esempio, in cui il digital divide risulta un problema di scottante attualità.

I dati relativi al territorio italiano fanno riflettere ancora di più se si guarda alle eccellenze come Malta, che ha raggiunto addirittura il 100% in entrambe le graduatorie, Danimarca, Lussemburgo, Paesi Bassi e Spagna, oltre il 90% nella prima classifica e quasi all’80% nella seconda.

Gli obiettivi fissati con la Bussola Digitale 2030

Quanto riportato nelle statistiche Eurostat permette di stilare un primo bilancio sugli obiettivi della Bussola Digitale 2030, il piano della Commissione UE che fissa come obiettivo da raggiungere entro il 2030 la connettività gigabit in tutte le case del territorio comunitario e la disponibilità della copertura 5G in tutte le aree popolate.

Se alcuni Paesi si stanno avvicinando a grandi passi a questi obiettivi, molto più complessa è la situazione delle nazioni, come l’Italia, in fondo alle graduatorie, per le quali sono richiesti interventi straordinari per non perdere il treno dell’innovazione. Sebbene manchino ancora 8 anni per arrivare al 2030, la lentezza con cui le nuove tecnologie si stanno diffondendo in alcune zone dello Stivale e la mancanza di infrastrutture adeguate, infatti, rischiano di rendere difficile il raggiungimento dei risultati previsti, lasciando indietro non solo le famiglie ma anche le aziende e l’intero tessuto economico e produttivo.

L’importanza di investire nel digitale

Per colmare il gap attuale tra l’Italia e gran parte del resto d’Europa potranno essere fondamentali gli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che mette a disposizione fondi ingenti anche per il tema della digitalizzazione. Utilizzare queste somme per migliorare le infrastrutture su tutta la penisola significa mettere a disposizione strumenti importantissimi non soltanto per intrattenersi con i social oppure per giocare a passatempi tradizionali rivisitati in chiave digital, come sui casino online, ma anche e soprattutto per essere sempre connessi con il resto del mondo, per ottimizzare tempi e costi delle attività, per migliorare i rapporti tra cittadini ed enti e per potenziare le opportunità offerte dal lavoro agile e da remoto, che per il meridione potrebbero essere estremamente interessanti in chiave “south working”.

Insomma, siamo di fronte a un cambiamento epocale che non può essere sottovalutato e che richiede l’impegno di tutti, dalla politica ai singoli cittadini, affinché l’Italia possa riallinearsi agli altri Paesi europei cogliendo possibilità uniche e inimmaginabili fino a pochi anni fa: ma saremo in grado di raggiungere l’obiettivo?