A seguito del nostro articolo, pubblicato in data 13 dicembre e facente riferimento all’indagine condotta dalla guardia di finanza di Sciacca, operazione “Two Face”, i legali del notaio Filippo Palermo hanno replicato alle accuse con il seguente comunicato. La nostra testata, secondo quanto previsto dal diritto di replica previsto dall’art. 8 della legge sulla stampa 47/1948, pubblica di seguito il seguente chiarimento. “Gli avvocati Antonino Caleca e Giovanni Vaccaro, nei prossimi giorni chiederanno il riesame del sequestro preventivo , compiuto dai finanzieri, dei conti correnti e fondi di risparmio del professionista. Secondo il parere dei due legali non ci sarebbero i requisiti per la misura”. Secondo le forze dell’ordine, il notaio avrebbe truffato ben duemila clienti, dal 2012 al 2017, emettendo fatture con due voci: la prima inerente l’onorario professionale, fatta sempre di basso importo e soggetta a tassazione, e la seconda esclusa dalla base imponibile nonchè relativa agli importi, trattenuti a nome e per conto del cliente, delle imposte da versare all’Erario, tasse notarili ed eventuali ulteriori costi sostenuti. Dagli accertamenti dunque, sarebbe emerso che la somma che il notaio si faceva consegnare dai clienti per gli asseriti adempimenti fiscali era notevolmente superiore alle imposte di tipo catastale, ipotecario e di registro che avrebbe dovuto versare al fisco, individuando oltre 2 mila casi in cui il meccanismo è stato posto in essere dal notaio in danno dei suoi clienti, persone e società residenti ed operanti, per lo più, nell’agrigentino consistenti in professionisti, dipendenti pubblici, comuni, società di piccole e grandi dimensioni. “Secondo la difesa del professionista invece, tutti gli atti stipulati sono perfettamente regolari e la guardia di finanza ha dato atto nell’informativa che dal 2012 al 2017 nessun cliente “ha ricevuto contestazioni da parte dell’ufficio finanziario” e pertanto la questione sarebbe solamente di natura fiscale e riguarderebbe la persona del notaio, una posizione per la quale non si spiega l’adozione della misura preventiva”.












