cosa vedere ad agrigento

Un viaggio ad Agrigento è un viaggio nella storia lungo 2.600 anni. La città fu infatti fondata nel 581 a.C. dai greci, che gli imposero il nome di Akragas, ed ha visto nel corso dei secoli l’alternarsi di diverse dominazioni. I greci, i romani, gli arabi e i normanni, hanno lasciato tracce che compongono la ricchezza di questa città. Ecco un elenco di quelle che secondo noi sono le cose più importanti da vedere ad Agrigento e dintorni.

Valle dei templi

Con i suoi 13.000 ettari di estensione la valle dei templi è il parco archeologico più grande del mondo. Il sito è ciò che resta dell’antica città di Akragas. I maestosi templi che dominano il pesaggio della vallata e le numerose vestigia delle civiltà greca e romana che vi si possono ammirare rendono questo luogo unico al mondo. 

La zona archeologica di Agrigento è stata inserita dall’Unesco nella Lista del Patrimonio dell’Umanità.

Museo Archeologico regionale “PIETRO GRIFFO”

Nel cuore della Valle de i templi, il museo archeologico di Agrigento racchiude, in una splendida struttura progettata da Franco Minissi, inumerevoli tesori e racconta la storia del territorio di agrigento attraverso 5.688 reperti ordinati in ordine cronologico (dalla preistoria alle età greca e romana).

Casa natale di Pirandello

All’ingresso di Porto Empedocle, a pochi chilometri da Agrigento, in contrada Caos, è d’obbligo una sosta nella casa natale di Luigi Pirandello. La casa, di per sé, è una costruzione modesta all’interno della quale sono custoditi alcuni cimeli riguardanti la vita del grande drammaturgo. Ma a pochi passi, una roccia, posta all’ombra di un pino pluricentenario molto amato dallo scrittore, custodisce le ceneri di Pirandello e si affaccia su un panorama mozzafiato.

Periodicamente, qui hanno luogo rappresentazioni di opere pirandelliane in un contesto molto suggestivo.

Statua di Andrea Camilleri

Nella centralissima Via Atenea, all’altezza del numero 62, si trova una realistica statua in bronzo di Andrea Camilleri, seduto al bar in una posa molto rilassata. Accanto a lui una sedia vuota permette agli ammiratori provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo di sedersi accanto all’effige del Maestro (e magari scattare un selfie). Ad Andrea Camilleri era stata conferita in vita la cittadinanza onoraria del comune di Agrigento, ma la sua città natale, in realtà, è Porto Empedocle, che ha ispirato la famosa Vigata dei romanzi del commissario Montalbano.

La Racalmuto di Leonardo Sciascia

A pochi chilometri da Agrigento si trova Racalmuto, un piccolo centro di circa 8.000 abitanti, reso celebre dallo scrittore Leonardo Sciascia soprattutto grazie al suo libro Le parrocchie di Regalpetra.

Un giro per le vie della città vi permetterà di scoprire i luoghi narrati dallo scrittore nei suoi romanzi. Per i più appassionati, una visita alla sede della fondazione Sciascia è d’obbligo: la fondazione ha sede nell’edificio che ospitava la ex centrale elettrica di Racalmuto, e offre una biblioteca di oltre 27.00 volumi e una pinacoteca, oltre a ospitare convegni seminari e mostre di livello internazionale.

La cattedrale di San Gerlando

La chiesa dedicata al santo patrono di Agrigento si trova nel punto più alto della città, da cui domina l’intera valle dei templi. L’impianto attuale è il risultato di nove secoli di lavori, che hanno dato vita a una struttura molto complessa e interessante.

Non mancano le curiosità, come il cosidetto fenomeno del portavoce: se qualcuno parla sottovoce all’ingresso della cattedrale, è possibile sentirlo dall’abside, distante molte decine di metri. Il fenomeno è reso ancora più strano dal fatto che non funziona al contrario.

Nella cattedrale è esposta una copia della cosiddetta Lettera del diavolo, un documento scritto in una lingua incomprensibile che gli studiosi non sono mai riusciti a decifrare. Questa lettera fu recapitata, secondo la leggenda, dal diavolo in persona alla monaca benedettina Maria Crocifissa della Concezione (antenata dello scrittore Tomasi di Lampedusa) per indurla in tentazione.

L’originale è custodito nel monastero femminile benedettino di clausura del SS. Rosario a Palma di Montechiaro (che vale la pena di visitare anche per gli squisiti dolci tuttora prodotti dalle monache di clausura).

La fontana di Bonamorone

La fontana più antica della città, la cui sorgente era conosciuta fin dai tempi dell’antica Akragas, vantava a detta di antichi studiosi locali, una delle acque più buone del mondo.

È uno dei simboli di Agrigento, e vale una visita. Si trova all’altezza del numero 33 della via panoramica della valle dei templi.

Caffè Concordia

Non si può visitare Agrigento senza fare una sosta al Caffè Concordia (Piazza Luigi Pirandello, 36), una storica pasticceria dove gustare dolci tipici della tradizione siciliana che contribuiscono a rendere indelebile il ricordo di questa città.

Favara città d’arte

A pochi minuti d’automobile da Agrigento si trova Favara, fino a pochi famosa per lo più per il suo agnello pasquale (un dolce a base di pasta di mandorle).

Da un decennio, però, Favara è conosciuta anche come sede del Farm cultural Park. Si tratta di un progetto di rivalutazione di alcuni edifici del centro storico, che grazie alla lungimiranza di alcuni cittadini privati, si sono trasformati in una galleria di arte moderna a cielo aperto e in una residenza permanente per artisti.

L’obiettivo del progetto è quello di rivalutare l’intero centro storico e divenire la seconda attrazione turistica della provincia di Agrigento, dopo la valle dei templi.

Scala dei Turchi

Da Agrigento, seguendo la SS 115 in direzione Realmonte, si arriva in circa 20 minuti alla cosidetta Scala dei turchi, una spettacolare formazione rocciosa (una falesia per essere precisi) di colore bianco candido a picco sul mare.

Il suo nome deriva dal fatto che l’erosione ha nel corso dei secoli modellato la roccia dandole la forma di una scala che, secondo la leggenda, i pirati turchi percorrevano per depredare i territori circostanti.

È uno dei luoghi più belli e magici dell’intera Sicilia.

Cattedrale di Sale

A pochi chilometri da Realmonte si trova una delle tre miniere di salgemma ancora attive in Sicilia. È una struttura mastodontica, con gallerie che scendono anche a 60 metri sotto i livello del suolo e si estendono per oltre 25 chilometri.

Ma ciò che rende questa miniera un luogo unico e prezioso è la cattedrale che i minatori hanno scavato nel sale. Nel corso degli anni, hanno realizzato una struttura dalle dimensioni impressionanti in cui tutti i particolari sono scavati nel sale della miniera, compreso l’altare e la statua di Santa Barbara, la santa protettrice dei minatori.

La cattedrale può essere visitata solo l’ultimo mercoledì di ogni mese, e possono accedervi solo 30 persone. Occorre prenotare per tempo. Per informazioni, si può contattare la pro loco di Realmonte o chiamare uno di questi numeri: 0922 816244 – 0922 816777

La riserva di torre Salsa

Nel territorio di Siculiana, a pochi Km da Agrigento, si estende un territorio incontaminato e protetto dal WWF dove la natura prende il sopravvento. Ci si avventura in questi luoghi per scoprire spiagge incontaminate e paesaggi che restano impressi nell’anima.

Il ponte Morandi di Agrigento

Il viadotto Akragas, che collega Agrigento a Porto empedocle, è certo un’opera impressionante Progettato dall’architetto morandi (lo stesso che progettò il ponte di Genova, tristemente famoso), fa parte da molti decenni del panorama di Agrigento. Sebbene chiuso al traffico da diversi anni, è comunque un simbolo, nel bene e nel male, della odierna Agrigento.

Leggi anche: i piatti tipici di Agrigento.

Di Gioacchino Difazio